Allenatore

Gli inizi - da calciatore ad Allenatore Uefa B 

Ho conseguito il titolo di Allenatore UEFA B nel 2012, lo stesso anno in cui ho iniziato la mia esperienza nel Settore Giovanile della SSD Acireale Calcio, allora militante in Serie D.

La carriera da calciatore

Non è un caso che la mia carriera da allenatore sia partita proprio da Acireale: è lì che ho ricevuto la mia formazione calcistica più importante.
Dal 1998 al 2003 ho giocato in tutte le categorie del settore giovanile dell'Acireale Calcio, all'epoca una squadra professionistica di Serie C.

Sono anni che mi hanno insegnato il valore del sacrificio, della dedizione al lavoro e della determinazione nel raggiungere gli obiettivi.
Mi sono sempre considerato un calciatore normale, forse anche meno dotato di altri, ma attraverso il lavoro costante sono riuscito a raggiungere il massimo delle mie possibilità.

Dopo il vivaio, ho continuato a giocare nel calcio dilettantistico tra Eccellenza, Promozione e Prima Categoria. Ho avuto anche un'esperienza all'estero: un anno a Londra, dove ho giocato in una squadra locale durante uno stage aziendale.

Filosofia di gioco

Credo che il calcio sia uno sport profondamente democratico, che consente la coesistenza di molteplici approcci vincenti. Si può raggiungere la vittoria con stili anche opposti: dal possesso palla ossessivo alla difesa e contropiede, passando per modelli ibridi.

Per questo motivo, ogni allenatore ha la possibilità (e la responsabilità) di proporre un'idea di calcio che rifletta il proprio modo di intendere il gioco, la collaborazione, il ruolo dell'allenatore e persino la vita.

Dal punto di vista tecnico-tattico, preferisco che la mia squadra imponga il proprio gioco attraverso il possesso, trovando divertimento con il pallone tra i piedi. Questo significa saper costruire l'azione collettivamente, valorizzando al contempo le qualità individuali.

La mia filosofia si basa sul dominio della partita attraverso il possesso palla, ottenuto grazie a:

  • Scaglionamento su più linee di passaggio

  • Movimenti costanti senza palla

  • Mobilità strutturata per disordinare l'organizzazione avversaria

Alla perdita del possesso, la squadra deve essere in grado di analizzare rapidamente la situazione e scegliere tra:

  • Riaggressione immediata

  • Riposizionamento strategico

Alla riconquista del pallone, deve valutare se:

  • Attaccare subito in verticale

  • Consolidare il possesso per tornare a dominare il gioco

In sintesi, la mia squadra legge la partita, agisce per mettere in pratica la propria filosofia e reagisce per trovare le migliori contromisure tattiche. Una squadra consapevole, adattabile e pensante.


Metodologia 

Il calcio è un gioco intrinsecamente situazionale. Questo implica la necessità di allenare i giocatori a leggere e interpretare il contesto in tempo reale, applicando principi tattici chiari e condivisi. Come una bussola, questi principi guidano il comportamento del singolo e dell'intera squadra.

L'imprevedibilità del gioco – eccetto le situazioni di palla inattiva – rende impossibile pianificare ogni azione. Per questo è essenziale formare calciatori capaci di prendere decisioni rapide e autonome.

L'allenamento deve riprodurre le dinamiche reali della partita, stimolando le scelte individuali all'interno del modello di gioco. Ogni esercitazione dev'essere concepita per essere trasferibile in gara: se non allena ciò che accade in campo, perde significato.

La filosofia di gioco, quindi, deve essere il filo conduttore di ogni sessione. Solo così si costruisce nel tempo una solida cultura condivisa, fondata su intensità, linguaggio tecnico e coerenza mentale.


Il ruolo dell'allenatore

Credo che la funzione principale di un allenatore sia quella di migliorare i propri giocatori, sia dal punto di vista individuale che collettivo.
Allenare non significa solo insegnare tattica o tecnica, ma anche sviluppare un'identità di squadra che vada oltre la somma dei singoli.

Il concetto di gruppo è centrale: solo attraverso una forte identificazione nel collettivo è possibile generare un autentico senso di appartenenza.

La costruzione e la gestione del gruppo si fondano su relazioni di fiducia, sia tra i giocatori, sia tra questi e l'allenatore.
In questo contesto, il tecnico deve saper essere:

  • Punto di riferimento

  • Gestore degli equilibri

  • Catalizzatore delle dinamiche relazionali

È il garante delle regole, ma anche il facilitatore del dialogo e della crescita interna.

Dal punto di vista tecnico-tattico, considero fondamentale mettere ogni giocatore nelle migliori condizioni possibili per esprimere il proprio potenziale, e per contribuire al raggiungimento degli obiettivi della squadra.

In sintesi: un buon allenatore guida, ascolta, osserva, costruisce e si mette al servizio del miglioramento continuo del gruppo.

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